La Liguria e la sua macchia mediterranea
“E sulla costa cinque castelli, quasi alla stessa distanza l’uno dall’altro: Monterosso, Vulnetia oggi popolarmente chiamata Vernazza; Corniglia; Manarola; Riomaggiore; non solo in Italia ma anche presso i Galli e Britanni sono famosi per il loro vino pregiato.”
Giacomo Bracelli, de Bello Hispianensi orae ligusticae descriptio, 1448
Il loro nome, Cinque Terre, deriva da “terra”, che in epoca medievale nel dialetto ligure significava proprio “villaggio”, un luogo isolato geograficamente, “Terre” lontane perché difficili da raggiungere. Da qui il riferimento ai cinque borghi di Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore. Nel 1997 l’UNESCO ha aggiunto le Cinque Terre alla sua lista, classificandole come patrimonio mondiale in qualità di paesaggio culturale.
Si tratta, infatti, di una fitta rete di sentieri che collega non solo i paesi lungo i 12 chilometri di costa che conosciamo così bene, ma anche altre località.
Le ripide scogliere ospitano il falco pellegrino e molti altri volatili marini, come i gabbiani reali, i cormorani, le sule, le berte minori e le sterne comuni. Nella macchia mediterranea delle Cinque Terre vivono piccoli mammiferi come il riccio, il tasso, la donnola e la faina. L’unico predatore rilevante è la volpe.
I pendii della costa delle Cinque Terre sono ricoperti da una vegetazione ad alto fusto, costituita da numerosi arbusti come il cisto, l’erica, l’euforbia e il corbezzolo. La gariga cresce sui terreni più aridi e rocciosi, dove vi sono piante aromatiche come rosmarino, timo, curry e lavanda. Negli anfratti dei muretti a secco, invece, ecco i capperi, coltivati incessantemente fino allo scorso secolo.
La formazione della macchia mediterranea ebbe probabilmente origine in tempi molto antichi, con il diffondersi della presenza umana, dovuta all’allevamento del bestiame, agli incendi e all’abbattimento degli alberi. Ciò che non è cambiato nel corso dei secoli sono i chilometri di rocce, il mare cristallino, la viticoltura, le coste meravigliose, le piccole spiagge, le baie tra le rocce: un’autentica opera d’arte naturale.
Alla vista, l’intera area appare come un insieme di terrazzamenti, antropizzati e coltivati a vite. Sono cammini calcati nei secoli dai pellegrini alla ricerca di luoghi di fede legati al culto mariano, uno in ogni località a monte dei paesi. Come il Santuario di Montenero sopra Riomaggiore e quelli di Volastra, San Bernardino, Reggio e, infine, Soviore sopra Monterosso. Sentinelle panoramiche e custodi di curiosità e leggende popolari.
Un percorso magico: il tour a piedi delle Cinque Terre
Le autorità turistiche locali consigliano di iniziare l’esplorazione della macchia mediterranea partendo dalla stazione ferroviaria di Monterosso. Questa è la prima delle Cinque Terre, arrivando da ovest. Monterosso ha una storia antica e travagliata, come suggerisce la torre di avvistamento risalente al 1276. Fu costruita dai Genovesi, per tenere d’occhio i Saraceni, prima di essere riproposto come campanile della chiesa gotica di San Giovanni Battista. Località balneare, Monterosso offre due bellissime spiagge di sabbia e ciottoli, mentre gli appassionati di immersioni possono immergersi nel fantastico mondo della riserva marina delle Cinque Terre, che offre fondali spettacolari sotto Punta Mesco. È rinomata anche per le sue ottime acciughe.
Ci vuole un’ora e mezza di camminata per raggiungere Vernazza che, dall’alto in una calda giornata estiva, potrebbe sembrare solo un miraggio. Antico borgo turrita, lambita dalle onde, la splendida pieve trecentesca di Santa Maria di Antiochia. Questo e lo spettacolo dei fondali rocciosi hanno fatto sì che Vernazza sia riconosciuta come uno dei borghi più belli d’Italia.
Corniglia sembra aggrappata in alto sulla roccia ed è raggiungibile attraverso una lunga scalinata. Dei cinque comuni, è quello costruito più in alto sulla collina. Lascia inoltre spazio ad un’ampia spiaggia sottostante il paese, opportunamente protetta dalle scogliere retrostanti.
Si arriva, poi, a Manarola che è tra i borghi più belli d’Italia con le sue ripide colline terrazzate. Un presepe in riva al mare. Non solo metaforicamente ma letteralmente, poiché viene notoriamente illuminato ogni Natale. La pietra angolare della chiesa di San Lorenzo risale al 1338, con il porticciolo caratterizzato da edifici pittoreschi. Nonostante la mancanza di una vera spiaggia qui, i bagnanti la adorano per l’acqua profonda.
Quella famosa Via dell’Amore si estende da Manarola a Riomaggiore. Il tempo di percorrenza è di 5 ore, ma la fatica viene ripagata da favolosi panorami sul mare, il tutto incastonato tra le classiche colline mediterranee che scendono a picco sull’acqua.
Se piace il birdwatching, allora il promontorio di Torre Guardiola è la scelta giusta. I fondali di Riomaggiore sono apprezzati anche dai numerosi subacquei. Si tratta dell’Area Marina Protetta delle Cinque Terre, istituita nel 1997 per tutelare 4.591 ettari di territorio costiero. Il fondale, quasi esclusivamente roccioso, favorisce l’importante insediamento di alghe che attirano molte creature marine.
Le Cinque Terre sono raggiungibili sia da Levanto che da Portovenere. In primo luogo, dal sentiero di mezza costa cosiddetto “Azzurro”, che sembra perfettamente incastonato tra rocce e terrazzamenti e quasi sempre a picco sul mare. È considerato il sentiero delle Cinque Terre per eccellenza. È scorrevole ma lungo (oltre 40 km), di cui metà è il tratto che comprende le Cinque Terre. Localmente è consigliato solo a gruppi di mountain biker preparati. Tuttavia, è possibile viverne un tratto, prendendo i pochi percorsi che portano a uno qualsiasi dei paesi delle Cinque Terre.
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