Riomaggiore: il borgo con vista mare!
Riomaggiore può essere paragonata a una terrazza che affaccia sul maestoso mare Ligure.
Ha il fascino delle case che si ergono dal mare e si “aggrappano” alle montagne arricchite dal verde dei vitigni.
Caratteristiche di questo borgo sono le facciate dei palazzi color pastello e i tetti d’ardesia delle tipiche case-torri che contribuiscono a creare giochi di ombre e luci che lasciano senza parole.
Qui visse anche il pittore e incisore Telemaco Signorini, espositore dei Macchiaioli, che lasciò le sue impronte.
Attraversato dalla Via dell’Amore, ovvero un sentiero suggestivo in cui ammirare il verde della natura che fa da cornice a scorci di panorami che vedono protagonista le onde del mare che si infrangono sugli scogli.
Ma a rendere questo borgo spettacolare non è stato solo merito della natura, ma ha contribuito la mano dell’uomo che ha rimodellato il paesaggio creando dei terrazzamenti per custodire orti, viti e olivi e canali d’acqua e sentieri per andare da un paese all’altro.
Basato su storie e tradizioni, a sostenere tutto ci sono i muretti a secco, la cui tecnica di costruzione è patrimonio comune tramandato nei secoli.
Un paesaggio in perenne mutamento, dove la viticoltura è il perno del borgo. Qui nascono infatti due vini conosciuti e apprezzati dai palati più fini: un bianco doc e lo Sciacchetrà, uno dei vini passiti più pregiati d’Italia, eccezionale per aroma e sapore.
Un po’ di storia:
Secondo un’antica leggenda, l’origine del borgo risale al VIII secolo, quando un gruppo di profughi greci approdarono presso la punta di Montenero per sfuggire alle persecuzioni dell’imperatore iconoclasta Leone III Isaurico.
Questi si installarono lungo il crinale fondando i paesini di Cacinagora, Sericò, Montenero, Limen e Casale.
Dopo l’anno Mille, protetti dalla potenza di Genova, gli abitanti cominciarono a lasciare i primitivi insediamenti a favore della costa, costituendo così il primo nucleo di Riomaggiore, corrispondente oggi al quartiere della Marina
Le prime notizie storiche risalgono al 1239, quando la popolazione del feudo di Carpena entrò nella “Compagna” di Genova.
Nel 1251, poi, fu chiamata a prestare giuramento di fedeltà a Genova per la guerra contro Pisa.
Tra coloro che giurarono erano menzionati anche gli abitanti del futuro borgo di Riomaggiore che allora popolavano ancora le case sparse sulle pendici di Capo Montenero.
In seguito, verso la fine del XII Secolo, il territorio divenne feudo del marchese Turcotti, signore di Ripa Alta, nei pressi di Brugnato, il quale lo cedette al marchese Nicolò Fieschi. Da questo passò al vescovo di Luni, Antonio Fieschi.
Ma la fondazione dell’attuale borgo di Riomaggiore è avvenuta nei primi decenni del XIII secolo, come rivela un documento del 1343 che sancisce ufficialmente la separazione dei due territori di Biassa e di Riomaggiore, quando gli abitanti dei casolari sparsi sulle coste iniziarono a trasferirsi sulle rive del mare.
Casa fare?
Come accennato prima, caratteristica di questo borgo è la Via dell’Amore, una strada pedonale scavata nella roccia durante la costruzione del tunnel ferroviario nel 1928 è purtroppo chiusa dopo una frana nel 2012 fino a data da stabilirsi.
Ma altri numerosi sentieri passano dal borgo, permettono di vedere altrettanti panorami mozzafiato e vivere esperienze immersive nella natura.
Dopo aver visitato il borgo sicuramente non potrai evitare di fare un tuffo nelle acque cristalline del Mar Ligure.
Il mare limpido è l’ideale per belle nuotate in direzione Portovenere, dove si trova anche una suggestiva grotta da vedere assolutamente.
Cosa visitare?
Sicuramente una visita merita il caratteristico centro storico di Riomaggiore che si erge su due vallate, separate dalla costa di Campione.
La parte più storica, risalente al XIII secolo, si trova nella vallata formata dal torrente Rio Maggiore, da cui viene il nome del borgo.
La parte più nuova del borgo, creatasi nel XIX secolo, è invece situata lungo la valle del Rio Finale e comprende anche la zona della stazione.
La valle ha sullo sfondo il monte Verugola che si innalza verso il cielo con le sue tre cime, le stesse che hanno dato vita al simbolo della città di Riomaggiore.
Posto sul colle di Cerricò c’è il famoso Castello di Riomaggiore, una struttura ormai svuotata, ma fortemente riconoscibile dagli altri punti della città.
Durante il periodo napoleonico fu adattato come cimitero e oggi riconvertito in spazio culturale per eventi.
A fianco sorge il piccolo oratorio di San Rocco, con la sua bianca facciata del XV secolo e all’interno il trittico raffigurante la Vergine col Bambino e i Santi.
Probabilmente la costruzione risale alla seconda metà del XV secolo in segno di ringraziamento per la fine dell’epidemia di peste che aveva colpito l’intero borgo di Riomaggiore, dimezzando la popolazione.
Altre ipotesi, invece, la fanno risalire a circa un secolo più tardi.
Un altro oratorio, quello di Santa Maria Assunta o chiesa della Compagnia, si trova nel carrugio principale, lungo Via Colombo. Risale al XVI secolo, con il bel trittico quattrocentesco a tempera della Madonna con Bambino, tra San Giovanni e San Domenico e una statua lignea della Madonna delle Catene, simbolo dei patimenti dovuti alle incursioni saracene nel Medioevo.
Nella parte alta del paese si trova anche il Municipio, con una parete decorata dal murales dell’artista argentino Silvio Benedetto il quale ha decorato anche le stazioni ferroviarie delle Cinque Terre con il progetto “gli itinerari artistici del Parco Nazionale delle Cinque Terre”.
Dal municipio è ben visibile anche la chiesa di San Giovanni Battista, che dall’alto domina sul centro abitato della città.
Questa è la chiesa principale di tutto il borgo e venne costruita nel 1340, come riportato nella targa apposta sul muro della facciata.
Nell’800 un violento terremoto ne devastò buona parte e questo avvenimento venne preso come occasione per un allungamento dell’intera struttura e il rifacimento della facciata in stile neogotico, conservando però il grande rosone in marmo bianco di Carrara originario.
Posto sulle alture verso il colle del Telegrafo, invece, c’è il santuario di Nostra Signora di Montenero, documentato dal 1335 e costruito nel punto dove gli abitanti nascosero un’immagine della Madonna per sottrarla ai Longobardi.
Cosa mangiare?
Essendo Riomaggiore un borgo di cultura più contadina che marinara, il piatto tipico per eccellenza è un piatto di terra: la torta di riso salata.
Chiamata “aa turta de risu”, è preparata secondo tradizione in occasione della festa patronale di san Giovanni Battista (San Gian) il 24 giugno.
Un altro piatto fondamentale, preparato soprattutto d’inverno, è la minestra di campo (aa menestra de cian), condita con olio di oliva e fatta, oltreché con patate, con le erbe selvatiche che nascono spontaneamente nei terrazzamenti coltivati a vigna, tra i quali radicchio di campo, ravastrello, bietole, aglio delle vigne, valeriana rossa…
Altri piatti tipici sono i ravioli, preparati in occasione delle feste ed in particolare consumati secondo la tradizione per tre giorni di seguito durante il carnevale.
Non manca la cima o il pesto alla genovese e la torta di farina di castagne, chiamata patona o castagnaccio.
Tra i piatti di mare i più diffusi nella cucina tradizionale riomaggiorese sono lo stoccafisso, le acciughe salate e i muscoli ripieni.
Naturalmente i terrazzamenti intorno al paese producono ottimi vini, soprattutto bianchi: vini bianchi DOC delle Cinque Terre e schiacchetrà.
Quali eventi non perdere?
Le tradizionali feste di Riomaggiore riguardano soprattutto eventi religiosi e si celebrano durante il periodo estivo.
Il 12 giugno si svolge la festa di Nostra Signora di Montenero di Riomaggiore e il 24 giugno si festeggia il patrono, San Giovanni Battista, entrambi con una processione.
Il 15 agosto, invece, è la volta della festa della Confraternita dell’Assunta, tra cibo, danze e fuochi.
Per concludere…
Il paese di Riomaggiore è l’esempio della bellezza delle Cinque Terre e del loro ambiente naturale, dominato dalla vegetazione mediterranea.
Questo borgo insieme agli altri quattro che compongono le Cinque Terre sono Patrimonio Mondiale dell’Unesco dal 1997!
Sarebbe un vero peccato non venire a vederlo dal vivo…